di F.Balzamo | www.latrones.com
Rifiuti: eccoci di nuovo a parlare di emergenza o per meglio dire eccoci di nuovo al centro della cronaca nazionale, perché in realtà sappiamo tutti che il problema non era stato risolto bensì solo tamponato.
A questo punto è lecito chiedersi: cosa ci ha insegnato la scorsa emergenza?
Ed inoltre siamo sicuri che il cittadino davvero non possa fare nulla per migliorare questa situazione?
Ripercorriamo alcune tappe: dal duemilacinque la raccolta e lo smaltimento sono stati affidati a ENERAMBIENTE, un’azienda privata che a sua volta subappaltava ad aziende locali. A metà settembre a seguito di una gara d’appalto indetta da ASIA si è avuta la spartizione della città in lotti per la gestione dei rifiuti con conseguente taglio di personale di una ditta subappaltata, scatenando la protesta dei dipendenti licenziati che hanno messo fuori uso 50 mezzi dell’azienda causando l’ incepparsi del meccanismo di raccolta. Meccanismo che comunque si sarebbe inceppato da qui a 5 mesi quando le discariche di Savignano Irpino e Terzigno saranno sature, seguite da quelle di San Tammaro nel marzo duemilaundici e Sant’Arcangelo Trimonte nell’ottobre dello stesso anno. E’ evidente che c’è qualcosa che non va, allora ragioniamo: c’è una legge che impone una raccolta differenziata di almeno il 40%. In numeri la Campania produce 7000 tonnellate di spazzatura giornaliera, il 40 % equivale a 2800 tonnellate che non andrebbero quindi ad occupare le discariche moltiplicate per trecentosessantacinque corrispondono a 1022000 tonnellate l’anno, all’incirca la capienza della discarica più grande,quella di S. Tammaro(1,7 milioni di tonnellate).Se in un anno si attuasse una raccolta differenziata del 40% si potrebbe quasi chiudere una discarica.La domanda sorge spontanea: come mai in 15 anni di emergenza con la successione di 11 commissari non si giunge a questa conclusione?
Una cosa è certa il sistema di raccolta e gestione è sbagliato,la politica ha mille responsabilità,ma siamo sicuri che se in queste zone si attuasse una raccolta differenziata la popolazione sarebbe propensa a farla? Il cittadino davvero è esente da ogni responsabilità? A mio parere no, anche perché tutti i giorni si vedono scene che lasciano sbigottiti:sacchetti lanciati dal finestrino dell’auto, divani abbandonati in piazzole di sosta, bottiglie di vetro che riempiono le strade .Allora l’inciviltà del cittadino si collega con la gestione dei rifiuti?
Penso con molta tristezza che il problema è più delicato di quanto si possa pensare è insito nel nostro modo di fare, di pensare e di agire. Credo che per risolvere questo caso difficile oltre ad esserci una funzionante catena di smaltimento e di raccolta entra in gioco la sensibilità di ogni cittadino, il senso civico, il rispetto per l’ambiente per gli altri e per se stessi, fattori alla base di un paese civile e realmente democratico. Non voglio credere che l’unica soluzione sia la fuga da queste zone martoriate da un inciviltà diffusa dovuta anche in molti casi a un’ignoranza, figlia di un precariato e di un abuso di potere della politica clientelare e imprenditoriale. Ci vuole uno sforzo, un piccolo impegno per valorizzare la nostra terra che ha sempre sofferto, alziamo la testa e non stiamo più a guardare, dobbiamo essere noi cambiare le cose perché nessuno lo farà per noi.
(fonti:la Repubblica.it)
di Alfonso Caso
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